Arriva il festival della carbonara a Castelfranco Emilia

Arriva il festival della carbonara a Castelfranco Emilia

IL FESTIVAL

Dal 25 al 27 ottobre, vi aspettiamo in anteprima nazionale al CARBONARA FESTIVAL in  Piazza Bergamini, dietro il municipio. Dalle 12:00 fino a mezzanotte.

Quest’anno celebriamo i 70 anni di una delle ricette più iconiche della cucina romana, e lo facciamo con un intero weekend di festa dedicato ai sapori romani!
Cibo, musica dal vivo e tanta allegria vi accompagneranno in un viaggio tra le prelibatezze della cucina romanesca.

LA CARBONARA

La città di Castelfranco Emilia festeggia il 70esimo anniversario di uno dei piatti più amati, LA CARBONARA. Ma cosa sappiamo di questa ricetta?

La nascita della carbonara

Testo di Roma Today
La ricetta della carbonara inizia a comparire dal 1944. Si narra che i soldati americani, durante la Seconda Guerra Mondiale, assaggiarono la pasta “cacio e ova” abruzzese preparata dai carbonai (carbonari in romanesco) nel territorio dell’Aquilano e da qui potrebbe nascere anche il nome “carbonara”. Da lì, aggiungere il guanciale venne quasi naturale, anche per la zona in cui la ricetta veniva realizzata e, forse, anche la pancetta affumicata, il famoso bacon, importato direttamente dagli Stati Uniti.

Ma c’è anche chi attribuisce la nascita della carbonara a Napoli. Il periodo è sempre lo stesso, siamo nel 1944. Le truppe americane amavano il “cibo da strada” che a Napoli servivano sulle bancarelle, quello che oggi chiameremo “street food”. Amavano la tipica pizza a portafoglio e degli spaghetti cotti velocemente e conditi con cacio e pepe.

Sembra che un giorno, un soldato americano, trovando insignificante quel piatto di spaghetti, ci aggiunse la cosiddetta “razione K”, composta da uova in polvere, pancetta e panna liquida. Una ricetta che oggi fa rabbrividire, ma che potrebbe essere proprio l’antenata della nostra amata antenata.

Da quella ricetta poco equilibrata e molto americana, i napoletani lavorarono sugli ingredienti e nacque la carbonara. Presto la ricetta si diffuse a Roma che la fece sua, l’adottò a tutti gli effetti rendendola “un mito”.