A pranzo con il coach | Davide Schioppa incontra Nico Carminati

A pranzo con il coach | Davide Schioppa incontra Nico Carminati

Invitare qualcuno a pranzo vuol dire incaricarsi della felicità di questa persona durante le ore che egli passa sotto il vostro tetto.

(Anthelme Brillat-Savarin)
Oggi per la nostra rubrica “A pranzo con il coach”, Davide Schioppa ha fatto una lunga chiacchierata con Nico Carminati capo tecnico di Virgin Radio. Tema? La musica of course!
Ore 13.00 il cielo sopra Milano è limpidissimo e la temperatura piacevole come ci si aspetta in una giornata che anticipa la primavera. Ad ospitare questa nuova puntata di “A pranzo con il coach” è il ristorante Cà Turati a pochi passi dalla sede di Virgin Radio.
D:
Che rapporto hai con la musica?
La musica è la colonna sonora della mia vita. Prova a pensare ad una giornata senza musica, per me è una cosa inimmaginabile. È da sempre la mia grande passione e oggi è anche il mio lavoro, e per questo non posso che ritenermi un grande privilegiato.
  Ovviamente come in tutti i lavori ci sono dei momenti in cui ne sono talmente sopraffatto, ecco in quel caso il silenzio è la mia medicina. Amo la musica incondizionatamente, rock, pop o classica, qualsiasi genere e la rispetto, non mi sentirete mai dire in modo netto quel pezzo non mi piace così come non lo direi mai rivolto al cibo.
D:
Che suono ha il silenzio?
Del riposo.  Dalle 5.00 del mattino fino alle 18.00 e, a volte se lavoro in qualche locale anche la notte, le mie orecchie sono inondate di note musicali quindi quando posso, tendenzialmente dalle 19.00 alle 20.00 mi estraneo e mi ritaglio il mio momento di silenzio.
D:
Quali sono pensieri che ti affollano la mente durante il silenzio?
Tantissimi e devo dire per la maggior parte non positivi. Ad esempio durante la notte capita che le parole dette dalle persone durante la giornata giochino a flipper nella mia testa.
D:
Che peso dai a queste parole?
Purtroppo un peso molto alto. Come ben sai a volte le parole possono fare più male di un pugno nello stomaco, se poi vengono dette in modo inopportuno e magari in un momento tuo personale già di per sè difficile, assumono dimensioni e peso spropositati.
D:
A questo punto non posso non chiederti che rapporto hai con il giudizio degli altri?
In una parola: brutto. Ho sempre dato molto peso al giudizio delle altre persone arrivando addirittura a fare cose più per gli altri che per me stesso.
D:
E tu, come giudichi gli altri?
Cerco di farlo il meno possibile. Credo che ognuno di noi sia libero di agire come meglio crede sempre a patto di non invadere gli spazi altrui. Conosco persone che fanno cose che io non farei mai ma questo non pregiudica la nostra frequentazione.
D:
Com’è possibile essere liberi dal giudizio?
Come detto sopra cerco di non giudicare mai ma sono il primo giudice di me stesso e lo sono in maniera veramente rigida. Credo sia una questione mentale le cui radici vanno ricercate nel rapporto di grande fiducia che ho sempre avuto con i miei genitori quando ero un bambino. Ho iniziato a frequentare il mondo delle radio quando ero veramente piccolo, avevo 11 anni, e come puoi ben immaginare ero circondato da persone molto più adulte di me. Erano anche gli anni in cui si faceva uso di qualsiasi sostanza, dove tutto era tollerato. Per non tradire e deludere la fiducia accordatami da mia madre e da mio padre mi sono fatto una promessa solenne ossia che non avrei mai fatto nulla che avrebbe potuto ferirli. Ci sono alcune circostanze in cui mi reputo un debole quindi ho sempre pensato “Ok posso anche provare, parlo di droga e alcool, ma se poi mi dovessero piacere diventerebbe un casino”. Ecco perché non mi sono mai avvicinato a nessuna delle due cose.
D:
Che rapporto hai con la trasgressione?
Dipende da che tipo di trasgressione stiamo parlando. Per me trasgredire può essere anche aprire una confezione di cioccolatini e finirla in una volta sola. Amo il cioccolato e non riesco a pormi dei limiti. Riesco a mangiarne fino alla nausea.
D:
Torniamo a parlare di musica.
Come giudichi quella contemporanea?
Ascolto qualsiasi tipo di musica, non ho pregiudizi in merito.
Però ad esempio, se parliamo del nuovo filone della trap, ecco in questo caso la ascolto e suono anche alcuni pezzi ma dall’alto dei miei 55 anni devo confessarti che a volte non capisco i testi e alcuni riferimenti in essi contenuti. Quando poi però capisco che alcune canzoni veicolano ai ragazzini messaggi sbagliati ecco lì posso dire senza alcun dubbio che non mi piace.
D:
La musica va spiegata?
In teoria no. Se ascolto un brano di Baglioni mi posso fare anche il mio film personale come detto prima però alcuni testi della trap devo farmeli spiegare.
D:
Che tipo di musica ti accompagna nei tuoi diversi stati d’animo?
Per rilassarmi ascolto molto R&B amo Mariah Carey e Michael Jackson dei primi anni. Se sto lavorando prediligo il Rock. L’energia invece la cerco nella musica Dance e House.
D:
Qual è una canzone per te particolarmente significativa?
Una canzone per te di Vasco Rossi, quando dice “Sorridi e abbassi gli occhi un istante e dici non credo di essere così importante”… l’apoteosi!
D:
Che rapporto hai con il tempo?
Jovanotti cantava “Tempo comunque vada lui passa”. Io vorrei che le giornate non finissero mai ma chiaramente il tempo scorre e non si ferma. Cerco quindi di ottimizzarlo e sfruttarlo al meglio, sveglia alle 4/4,30 e in pista fino alle 22.00. Sono orgoglioso di poter dire che alla mia età mi capita ancora di fare dei “dritti” senza passare dal letto. D’altronde volenti o nolenti arriva per tutti il momento in cui si dormirà per sempre! Ecco, fino ad allora voglio godermi ogni istante.