Se sei stato in Emilia-Romagna avrai sicuramente sentito parlare del borlengo. Ma sai com’è nato questo cibo?
I borlenghi, tipici della zona di Modena, possono essere sia dolci che salati. È di tradizione cucinarli con la cunza, una crema salata preparata con la tagliata di lardo, il rosmarino e l’aglio.
Riguardo la storia dei borlenghi, si suppone che siano nati a Guiglia nel 1266.
Ci sono varie leggende a riguardo: si dice che presero il nome da burla, ovvero scherzo, perché venivano cucinati a carnevale, oppure perché risultava essere un cibo voluminoso.
Oggi è caratterizzato, invece, dal suo strato sottile. Ma come si prepara questo delizioso piatto?
È possibile imparare l’arte di cucinare i borlenghi all’interno del Museo Del Borglengo di Zocca, insieme a quella del Ciacio, un incrocio tra una piadina e una crêpe, e delle Tigelle. Cucinare questi alimenti è tutt’altro che semplice, per questo a guidarvi e spiegare tutto con precisione ci saranno persone molto esperte.
Il museo si trova nell’antico Ospitale di San Giacomo, in passato gestito dai frati per ospitare i pellegrini. Infatti, Zocca è famosa per le crescentine ed il nome della città deriva da ceppo, riferito alla ceppaia di castagni, le cui foglie servivano per cucinare le tigelle (o crescentine).
Oltre ai borlenghi, il museo è dedicato, appunto, al Castagno, costituito da tre sale, una di queste è il Fantacastagneto, in cui è possibile vivere un’esperienza immersiva nell’habitat, che consente ai ragazzi di toccarne con mano le caratteristiche.
L’itinerario si conclude al Bosco delle Betulle, all’esterno. Qui si possono ammirare le specie arboree ed erbacee tipiche di quella zona climatica.
“Guardare la bellezza della natura è il primo passo per purificare la mente.”
(Amit Ray)
Vuoi sapere altre curiosità sul museo?
Parlando un po’ di arte, si sono svolti corsi e mostre: ARTinWOOD, dove si ammiravano le opere di Land Art immersi nei castagni e nella natura. All’interno il percorso, la mostra ha ospitato 30 sculture, con possibilità di votare la più bella. Questo tipo di attività è accessibile a persone di tutte le età, tenendo conto che questo sentiero è lungo circa 2 km (andata e ritorno), ma con un po’ di impegno si riesce tranquillamente.
Sono presenti appositi pannelli informativi che svelano i segreti del bosco e di chi lo abita, quindi vale proprio la pena di andare a fare una passeggiata in mezzo alla vegetazione. Il museo naturale è aperto 24 su 24.
In più, il museo del Borlengo e del Castagno collabora con le scuole, soprattutto in autunno nel periodo della raccolta delle castagne.
A Marzo si è svolto il CORSO INTRODUTTIVO AL DIALETTO MONTANARO, per mantenere vive le origini e le radici di chi abita il territorio modenese. Il dialetto è un patrimonio culturale che non si dovrebbe dimenticare, in questo luogo si vuole dare la giusta importanza a tutto ciò che riguarda la storia, non solo alle ricette tradizionali. La cultura riguarda tutti i segreti e le abitudini che racchiude un posto.
Insomma, qui è possibile imparare e divertirsi, se ti piace la cultura culinaria e la natura è il posto perfetto da visitare…
La partecipazione ad alcuni corsi può essere a numero chiuso.
I prezzi sono super convenienti, è possibile visitare il museo solo in alcuni giorni della settimana, quindi informatevi prima sugli orari e sulle prenotazioni se decidete di andare!