L’aceto Balsamico tradizionale

L’aceto Balsamico tradizionale

Rolando Simonini

Un pizzico di storia
I protagonisti di oggi sono Rolando Simonini e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
Il primo riferimento storico sull’Aceto Balsamico risale al XII secolo e fu menzionato dal monaco Donizone di Canossa nel suo poema Acta Comitissae Mathildis.
Ma di cosa parla?
Il poema tratta il viaggio di Enrico III, imperatore del Sacro Romano Impero, verso Baviera. La vicenda ebbe luogo in Italia, dove l’imperatore si recò per farsi incoronare dal Papa, lungo il tragitto, incontrò il conte Bonifacio III, che gli lasciò in dono l’aceto locale. Tuttavia, non si fece riferimento ad un aceto in particolare e l’Aceto Balsamico continuò ad essere un condimento per ricchi fino al XIX secolo.
La prima vera e propria testimonianza sull’Aceto Balsamico Tradizionale si ebbe nel 1598, quando Modena divenne capitale del Ducato di Modena e Reggio Emilia ed il Duca Cesare d’Este si trasferì a Modena. Fu all’ora che il Duca riconobbe l’autenticità dell’aceto ed allestì un’acetaia presso casa sua.
Nel 1747 venne utilizzato per la prima volta il termine Aceto Balsamico. Il suo uso rimase ristretto tra l’élite e le famiglie di un certo rango sociale e si disperse la sua storia, fino ai giorni nostri.
Un grande sostenitore della cultura
Rolando Simonini, fu direttore in Cassa di Risparmio di Vignola e promotore della Fiera di San Giovanni a Spilamberto, quest’ultima si svolge ancora annualmente. Egli è conosciuto per aver diffuso la tradizione dell’Aceto Balsamico. Nel 1967 organizzò una disfida fra i migliori aceti che fu chiamata “Palio dell’Aceto Balsamico Naturale”. Dopo il successo di questa invenzione, fu sempre lui a fondare la “Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto”.
Primo Gran Maestro di tale prelibatezza, continuò a realizzare, senza scopo di lucro, eventi per promuovere questo eccellente condimento.
Oggi la diffusione dell’Aceto Balsamico è mondiale grazie a lui. Le famiglie nobili prima conservavano nelle proprie abitazioni questo «oro nero», tramandando di generazione in generazione questa usanza. Ai giorni nostri è ancora viva questa tradizione, con la differenza che tutto questo non è più un segreto ed è possibile visitare la maggior parte delle acetaie nei ristoranti, scuole.. Ma soprattutto, questa delizia è accessibile a tutti. Non solo, è considerato come uno dei prestigiosi simboli dell’eccellenza gastronomica Made in Italy!
«Rolando ha voluto che quel liquido speciale venisse conosciuto da tanti personaggi, anche molto illustri. Raccontava con molto orgoglio di essere riuscito, già intorno al 1970 per vie amichevoli  diplomatiche, a recapitare le originali boccette in seguito disegnate da Giorgetto Giugiaro, ad importanti personaggi come il Presidente degli Stati Uniti d’America ed il Santo Padre». Queste le parole dell’amico di Rolando, che lo ricorda con ammirazione e rispetto, come gli abitanti di Spilamberto e dintorni, che conoscono la sua storia e quella del pregiato condimento ormai a tutti noto. Simonini ci insegna le radici della nostra cultura e quanto sia importante tramandare le tradizioni, la cura e la tutela del nostro territorio racchiude anche la conoscenza.